Cosa è che in noi fa scattare la molla per creare?

È qualcosa che è in noi, da tanto, da troppo tempo. Chiuso nei meandri del nostro cervello, che incamera e conserva tutto: le emozioni, i dolori, le gioie, le speranze, la rabbia , l’allegria e tanto, tanto che noi quasi non ricordiamo.

Tutto il nostro vissuto sta chiuso in una scatola nera, che preferisco chiamare “scrigno”. Uno scrigno prezioso, denominato “anima”, gelosamente conservato nei viluppi del nostro intelletto.

Non tutti sono capaci di mostrare questo enorme tesoro agli altri, molti non riescono a farlo venir fuori o a manifestare ciò che dentro li riempie e li forma. Molti lo soffocano, al punto da diventar sterili e programmati, pur di non affrontare il disagio che comporta l’apertura di quello scrigno.

Quando questo scrigno si apre è uno tsunami che travolge ogni cosa e nulla sarà più come prima. È un uragano, un tornado che possono farti volare dentro una tromba d’aria o soffocarti e sommergerti come in un’alluvione o in un diluvio. È qualcosa che squarcia le viscere; che ti divora lentamente, ma caparbiamente; che non da pace finché  non agisci e trovi la strada per plasmarlo in altro, per tirarlo fuori e renderlo visibile a tutti, nel bene e nel male, in un atto liberatorio.

E cosa c’è di più liberatorio del fare arte (musica, poesia, letteratura, pittura, scultura e………….. tutto ciò che fa parte della nostra cultura)? Attraverso questi intermediari si riesce a far venir fuori ciò che da tanto, troppo tempo, langue in noi.

Ma cos’è che all’improvviso fa aprire lo scrigno?

Un dolore, una enorme gioia, una forte emozione che ti rimandano indietro nel tempo per permetterti di rivivere il tuo passato e poterlo esternare attraverso le tue attitudini e i mezzi acquisiti.

Ecco che si è pronti a creare.

Ma qual è il meccanismo, spesso inconscio, che crea l’impulso? Che fa scattare quell’interruttore che accende la luce per creare un’opera artistica?

Io penso TUTTO: un oggetto, un’immagine, una discussione, uno sguardo, un evento, una carezza, uno schiaffo, un successo o un fallimento, un sogno, una lite, una passeggiata, un viaggio, un sorriso, una lacrima, la visione di un cielo azzurro, la forma di una nuvola, un batter d’ali di una farfalla, la visione di altri capolavori, un ……..sasso.

Ci sono poi in me delle esigenze, come quella di recuperare un oggetto e ridargli una nuova vita o di dare un’ impronta personale ad un ambiente della mia casa. E poi ce ne sono altre, che credo siano proprie di ogni artista, prima tra tutte la sperimentazione. Questa viene fuori lavorando e significa: supporti che si trasformano, tele che si deformano, si strappano, si tormentano; significa inserire nell’opera, come in un collage, materiali che diventano altri dagli usuali: non solo i colori, ma tutto ciò che capta la mia curiosità.

Attraverso questo meccanismo si può crescere e diventare più adulti e consapevoli, si può sognare, si può regredire per consentirti un gioco negato nell’infanzia e tutto ciò può essere vissuto pienamente con gioia o con tormento, fino a stravolgere, con meccanismi inconsci, tutto il tuo essere pur di trovar la pace.

Celestina Salemi

ULTIMA PRODUZIONE

EVA (A SCUNCICUSA) DA DEFINIRE

STORIELLA

Un giorno, di parecchio tempo fa, la mia figlia più piccola, che allora frequentava la prima o la seconda media, tornando a casa mi raccontò:

-          L’insegnante d’Italiano oggi ci ha parlato del Paradiso Terrestre, di Adamo, di Eva e del peccato originale.

-          Bene – dissi io – raccontami un po’

-          Dio dopo avere creato tutto, creò Adamo e gli mostrò il paradiso dove l’aveva collocato.

-          Qui tutto è per te – gli disse -  ma ti raccomando, non toccare mai i frutti di quell’albero.

Poi vedendolo solo, da una costola di lui plasmò Eva e li lasciò a godere le meraviglie di quel paradiso.

. Quindi mamma – continuò mia figlia -  Eva non sapeva nulla ecco perché invogliò Adamo a mangiare quel frutto!!!!

Contenta che l’insegnante di mia figlia fosse una femminista, non dissi che le sacre scritture dicono ben altro. Di certo solo un maschilista poteva tramandarci quelle scritture travisate e non veritiere. Non voglio mettere in discussione il mio credo ne le Grandi Verità Divine, nei miei quadri spesso affronto il soggetto sacro lasciando intravedere quale pensiero attraversa la mia mente e quali convinzioni ho sull’argomento. Ma metto in discussione le parole di quel vigliacco che ci ha volute col capo velato, con gli occhi bassi, docili e remissive; adatte solo a procreare e ad esaudire i desideri degli uomini.

È nato così l’ultimo mio quadro: provocatorio, dissacrante e ironico.

Eva (A Scuncicusa) con un serpentello che le arruffa i capelli si mostra ad Adamo in tutto il suo fulgore.

-           Lucifero, nelle vesti del serpente, sprona Eva ad offrire ad Adamo i frutti dell’albero interdetto.

-          Non posso farlo,

-          Perché?

-          Non so, ma Adamo non ne sarebbe felice.

-          Ma hai visto come sono belli quei frutti?

-          Si, quando li guardo uno strano languore prende tutto il mio essere, vorrei tanto che Adamo mi abbracciasse per coglierli insieme.

-          E tu – continua il serpentello – precedilo, raccoglili  quei frutti e poggiandoli sui tuoi seni offriglieli. Anzi, guarda quell’albero, i suoi frutti sono d’oro, come il pomo della discordia che Paride offrì a Venere, la più bella. Fallo e vedrai che ne trarrete un grande piacere.

Dedico, quindi, il mio quadro a tutti quelli che a tutt’oggi continuano a vederci come provocatrici. Della costola di Adamo, poi, ho seri dubbi.

Avendo studiato anatomia non ricordo affatto che gli manchi una costola.

Forse………………. qual cos’altro!!!!!!!???????????????

 

CELESTINA SALEMI

EVA (A SCUNCICUSA) DA DEFINIRE

STORIELLA

Un giorno, di parecchio tempo fa, la mia figlia più piccola, che allora frequentava la prima o la seconda media, tornando a casa mi raccontò:

-          L’insegnante d’Italiano oggi ci ha parlato del Paradiso Terrestre, di Adamo, di Eva e del peccato originale.

-          Bene – dissi io – raccontami un po’

-          Dio dopo avere creato tutto, creò Adamo e gli mostrò il paradiso dove l’aveva collocato.

-          Qui tutto è per te – gli disse -  ma ti raccomando, non toccare mai i frutti di quell’albero.

Poi vedendolo solo, da una costola di lui plasmò Eva e li lasciò a godere le meraviglie di quel paradiso.

. Quindi mamma – continuò mia figlia -  Eva non sapeva nulla ecco perché invogliò Adamo a mangiare quel frutto!!!!

Contenta che l’insegnante di mia figlia fosse una femminista, non dissi che le sacre scritture dicono ben altro. Di certo solo un maschilista poteva tramandarci quelle scritture travisate e non veritiere. Non voglio mettere in discussione il mio credo ne le Grandi Verità Divine, nei miei quadri spesso affronto il soggetto sacro lasciando intravedere quale pensiero attraversa la mia mente e quali convinzioni ho sull’argomento. Ma metto in discussione le parole di quel vigliacco che ci ha volute col capo velato, con gli occhi bassi, docili e remissive; adatte solo a procreare e ad esaudire i desideri degli uomini.

È nato così l’ultimo mio quadro: provocatorio, dissacrante e ironico.

Eva (A Scuncicusa) con un serpentello che le arruffa i capelli si mostra ad Adamo in tutto il suo fulgore.

-           Lucifero, nelle vesti del serpente, sprona Eva ad offrire ad Adamo i frutti dell’albero interdetto.

-          Non posso farlo,

-          Perché?

-          Non so, ma Adamo non ne sarebbe felice.

-          Ma hai visto come sono belli quei frutti?

-          Si, quando li guardo uno strano languore prende tutto il mio essere, vorrei tanto che Adamo mi abbracciasse per coglierli insieme.

-          E tu – continua il serpentello – precedilo, raccoglili  quei frutti e poggiandoli sui tuoi seni offriglieli. Anzi, guarda quell’albero, i suoi frutti sono d’oro, come il pomo della discordia che Paride offrì a Venere, la più bella. Fallo e vedrai che ne trarrete un grande piacere.

Dedico, quindi, il mio quadro a tutti quelli che a tutt’oggi continuano a vederci come provocatrici. Della costola di Adamo, poi, ho seri dubbi.

Avendo studiato anatomia non ricordo affatto che gli manchi una costola.

Forse………………. qualcos’altro!!!!!!!???????????????

 

CELESTINA SALEMI

IL DONO DI AFRODITE

tridimensionale olio e applicazione su tela 

cm 80X100 2012

 

Afrodite, dea dell’amore per gli antichi greci e poi, con il nome di Venere, per i latini, si carica talora di una ulteriore valenza quale protettrice della pace: si pensi alla alma Venus lucreziana. Perciò è qui presentata nell’atto di donare al mondo la colomba, simbolo di pace. Una colomba non certo in piena forma come d’altronde la pace nel mondo.

 

Aphrodite, the goddess of love for the ancient Greeks and then, as Venus,  for the Latins, gets sometimes another meaning as peacekeeper: think of the lucretian alma Venus. In this way she is presented here, giving a dove (symbol of peace) to the world.

MEDUSA

pittoscultura olio e resine su tela diam. 60 anno 2015

creata per il movimento artistico -letterario Poesipittura

Lirica di Francesca Barone

 

“Affascini gli uomini

con la tua vanita’ per magia……

diventi mostruosa creatura

il tuo sguardo li condanna all’eternità

un divino specchio ti fu

fatale lucido e riflettente

Perseo pietrificò con la tua testa Atlante

e la profezia osò”

NO!!!

trimensionale  olio e applicazioni su tela

cm 40X40 Novembre 2015

 

No!!!!!!!!!!!!!!!!!

Non si può dire altro dopo i tragici eventi che hanno sconvolto Parigi, la Francia, l’Europa e il Mondo intero.

Quella fittizia pace in cui credevamo è crollata, la bandiera è stata spezzata, un clima di terrore e di sgomento domina le nostre vite. Il ricordo di quelle implorazioni in francese echeggiano ancora nelle nostre orecchie e riecheggeranno sempre nel nostro animo.

 

MEDITERRANEO 50X70 olio e resine su tela 2015

 

I colori del Mediterraneo? Non so ………. l’unica cosa che attualmente rappresenta il mio mare è il genocidio che giorno dopo giorno avviene tra quei flutti.

Il  nostro bel Mediterraneo è quindi da me  da rappresentato cupo e tenebroso. Come un enorme gorgo scuro ingoia vite e speranze.

Le mani sono le protagoniste del quadro, mani di colori diversi, così come diversi sono gli uomini, le donne, i bambini che lo attraversano sperando di trovare una vita migliore e invece spesso, troppo spesso trovano la morte. I colori diversi stanno anche ad indicare lo stato fisico dei fuggiaschi: con l’azzurro i morti, con il giallo i morenti e le altre si ergono da quelle onde quasi voler afferrare una speranza che si sta spegnendo.

Le acque si agitano solo attorno a quel groviglio di braccia e dita quasi a voler evidenziare il movimento che creano nell’ultimo tentativo di aggrapparsi alla vita.

Lontano, nuvole rosse indicano i luoghi di tormento da cui provengono.

La pelle è volontariamente asciutta, non gocciola come sarebbe normale che fosse: questa povera gente ha ormai gli occhi asciutti, non ha più lacrime.

Solo una lacrima di sangue scende dall’alto del cielo.

 

LA DANZA DELLA GRANDE MADRE

tratto dal libro “la danse des grand-mères” di Clarissa Pinkola Estès

trid, coll mat olio-res-sab-mura-riciclo ogg. dest altro uso

 cm100X70 23-01-2014

Carissima Danielle,
ho finalmente ultimato il quadro e quindi ti mando la nuova foto. Nel realizzarlo ho provato una grande gioia, è stato come giocare per trovare tutti i piccoli oggetti che lo compongono. Le stelle al buio sono luminose avendole ricoperte con un materiale fosforescente, è ovvio che se non viene esposto alla luce non si caricano.
E' stato un lavoro gioioso, si vede, e anche se spesso venivo aggredita, lavorando in orizzontale, dal mal di schiena (ho una vertebra lesionata), non ho mai interrotto.
Lo scorso anno ho dipinto pochissimo, una sorta di abulia mi tratteneva dall'uscire da casa per recarmi allo studio, dove conservo tutti i materiali che servono alla mia pittura.
Subentrando l'estate sono cominciati i lavori di ristrutturazione sospesi due anni fa. Un piccolo terrazzino dove ho realizzato una cucina in muratura. I lavori dovevano durare 15 giorni, al massimo un mese; hanno ultimato il tutto in tre mesi e mezzo. Immagina lo stress e il nervosismo.
Ma tutto il male non viene per nuocere, infatti, si è messa nuovamente in moto la mia creatività, sia per la distribuzione degli spazzi, ma soprattutto per il mosaico, fatto di ciottoli di vetro, che ho realizzato nel muro.
Questa spinta mi ha ridato nuova vitalità, ma finito il lavoro tornai nell'abulia.
Dipinsi un nuovo un quadro in casa, ma non rimasi soddisfatta anche perché la luminosità della mia casa è poca e la mia vista peggiora sempre più.
Alla notizia della nuova mostra organizzata da te, per la quale m’invitavi a creare una nuova opera ispirandomi al libro di “Clarissa Pinkola Estès”: “la danse des grand-mères”, nuovamente l'energia mi ha invasa. Ho comprato il libro, e dopo averlo letto, mi sono messa subito all'opera, ma non in casa e neanche allo studio, bensì nella mia casa natia dove la luce fa da padrona.
In quest'ultimo mese ogni mattina con gioia mi mettevo in macchina per raggiungere il nuovo posto di lavoro, la passione, che mi aveva accompagnata negli ultimi anni e che pensavo aver perduto, è riemersa dandomi di nuovo vigore e voglia di fare.

Mi son rifatta all’albero, di cui si parla nel libro. ho quindi dipinto un albero danzante e con lui tutta la natura che lo circonda - la natura: la grande nostra madre. L'albero che ho rappresentato esiste veramente e per me è stato gioioso rappresentarlo matericamente in quanto amo molto gli alberi.
S'intitola: "la danza della natura" è un collage materico: olio, sabbia, resina, pietrisco, murano e vari oggetti che recupero nel corso della mia vita. Le misure sono 100x70

Devo dunque ringraziare te per questo nuovo impulso e per avermi fatto ricredere nell'arte.
Onorata ed esuberante, partecipo con immensa gioia all'evento con il mio nuovo quadro.
Celeste

Danielle Jacqui ha ribattezzato il quadro “La danza della grande madre”

 

DESCRIZIONE ALCUNE OPERE

GRANDE SVENDITA AL REAL PARCO LA FAVORITA DI PALERMO

Olio, rami, foglie, secche, materiali plastici, acrilici e resine su tela 100X80 Aprile 2014

La strada che ogni mattina percorro per recarmi nel luogo dove dipingo è il parco la Favorita, chiamato così in quanto era nel 1700 la passeggiata favorita di Re Ferdinando, uno dei tanti dominatori della nostra amata terra.

Questo luogo ha sempre esercitato in me un grande fascino e, sin da bambina, l’ho amato come un bosco da favola.

Due arterie lo percorrono e da queste, strade laterali si dipartono per favorire comode uscite secondarie; ma poi, come una ragnatela, una fitta rete di viottoli s’intrecciano al suo interno.

Negli ultimi anni questo luogo incantato si è riempito di podisti, ma soprattutto di ragazzine, spesso bambine, di colore vestite con tinte sgargianti, che offrono il loro giovane corpo in cambio di denaro.

Ho voluto rappresentare un punto reale del parco, che si trova subito dopo la seconda curva nella direzione per la città. È questo uno slargo dove spesso queste povere bambine vengono costrette a prostituirsi. La mia rappresentazione, però, come in tutti i miei quadri, è una realtà fantasticata, quasi da favola e vi ho collocato una bambina di bianco vestita a raffigurare la sua verginità e la sua purezza, un bambina no di colore ma dalla carnagione chiara, in quanto  sono sicura che, a causa del disastro economico che caratterizza i nostri giorni, troveremo ai bordi della strada le locali.

È un quadro di denuncia, non ho mai visto una macchina della polizia ferma a controllare, passano oltre come se questi poveri esseri fossero trasparenti o invisibili ai loro occhi.

Ho rappresentato il bosco delle favole della nostra infanzia dove a breve avverrà un misfatto. Solo in alto, quasi a toccare il cielo, un palloncino rosa, trastullo della bimba, vola via portando con se la sua spensieratezza. 

ALBERO DELLA VITA olio e applicazioni su tela 80X80 Marzo 2014
ALBERO DELLA VITA olio e applicazioni su tela Marzo 2014

 

ALBERO DELLA VITA olio e applicazioni su tela Marzo 2014

 

In un’Italia devastata da un cancro, forse incurabile; in un’Italia dove i valori morali, etici, e religiosi si sono annientati. In un’Italia dove i condannati dalla giustizia siedono nelle rosse poltrone del governo. In un’Italia dove la morte morale e fisica aleggia. Per questa Italia io grido alla vita, ad una vita che possa riprendere e ridonarci la dignità perduta.

 

Il rosso dei rami ad indicare la passione che deve sempre accompagnare il nostro essere, l'oro delle foglie per evidenziare la ricchezza del nostro agire.

 

VITTORIA olio e materico su tela cm 100X80 2008
VITTORIA olio e materico su tela cm 100X80 2008

VITTORIA  olio e materico su tela 2008
Le ali spesse e materiche rappresentano l'anelito alla libertà individuale. La protagonista del dipinto, con un velato sorriso ironico, assapora la propria vittoria mentre osserva spezzarsi quelle forbici che dovevano recidere la sua identità. L'esecuzione del quadro, chiaramente autobiografico, è ad olio su tela. Elementi materici in rilievo - ali e forbici - servono ad accentuare l'impatto sull'osservatore. Nell'opera non vi è nulla di digitale è solo frutto di studio, di tenacia e di sperimentazione. "Alle donne è da sempre stato accordato il diritto degli oggetti: che gli oggetti entrino nel dipinto allora, rendendolo altro da sé, come in un gioco. Materiali plastici, pietre dure, brillantini, foglia d’oro, pietrisco e vetri penetrino con la loro presenza materica, facendo vibrare o torturando la tela, donando alla pittura una vita più gaia, meno pretenziosa e una nuova leggerezza alla tecnica ad olio che diventa così corporea e tangibile, non soltanto visibile, ma palpabile."

NEL BLU cm 100x150 olio e materico su tela 2008
NEL BLU cm 100x150 olio e materico su tela 2008

NEL BLU  olio e materico su tela 2008

Le ali di Icaro non esistono più, solo la forza ti permette di volare.

La forza della passione, dell'intelligenza e dell'amore.

Il bisogno d’indipendenza e di affermazione ti spingono a cercare in un cielo blu, pervaso da tortuose ma luminose nuvole, i tuoi primordiali bisogni.

Sarà questo il volo che porterà serenità e felicità?

LE MANI DI LIA cm 100x120 olio e materico su tela 2008

Le mani di Lia su di me suscitano vibrazioni ed emozioni fantastiche: vengo contesa dall'ACQUA, elemento vitale, e dall'ARIA, corposa e avvolgente; le mani forti e calde come il FUOCO -   amiche, rassicuranti - accendono vibranti passioni. Il mio corpo si rinnova, come la TERRA irrorata dall’acqua, bruciata dal fuoco e accarezzata dall’aria, mentre attraversa sensazioni e affetti dolorosamente piacevoli.

QUANDO LE DONNE AVEVANO LA CODA olio e materico  su tela cm 100x100 2008
QUANDO LE DONNE AVEVANO LA CODA olio e materico su tela cm 100x100 2008

QUANDO LE DONNE AVEVANO LA CODA olio e materico su tela 2008

Una sirena di Ulisse, che col suo canto aveva ammaliato gli uomini, si stacca dal gruppo per conoscere l’umanità e per sedurla col suo giovane corpo acerbo.

La giovane donna, nel suo pieno fulgore adolescenziale, esce dalle acque limpide, acque di un mare non del tutto calmo ma azzurro come quello siciliano. Sorridendo e ancora gocciolante va verso la vita, accompagnata da una coda spessa, materica e iridescente che le servirà per combattere un mondo pieno d’insidie. La  coda sembra quasi staccata dal suo corpo, distacco che rappresenta il primo passo verso la maturità che l’attende

Gli elementi materici in rilievo servono ad accentuare l'impatto sull'osservatore. Nell’opera non vi è nulla di digitale, sensazione che si potrebbe avere alla prima vista del dipinto. Solo un occhio attento e competente si renderà conto che il lavoro è frutto di studio approfondito, di lavoro tenace e di sperimentazione costante.

La fotografia, altra passione dell’artista, è un elemento di stimolo per l’immaginario della Salemi, dall’osservazione di queste, infatti, scatta l’imput alla creazione e alla scelta dei soggetti.

UN DOLORE olio e materico su tela 2009 cm70X50
UN DOLORE olio e materico su tela 2009 cm70X50

UN DOLORE olio e materico su tela 2009 cm70X50

Lei mi sorride, io non mi rassegno. A quarantanni, vanitose e civettuole, mi chiedeva: saremo sempre cosi? Anche a sessant’anni? Ne farò ad Aprile sessantadue lei si è fermata a cinquanta

DISPERAZIONE olio e materico su tela 2009 cm 70X50
DISPERAZIONE olio e materico su tela 2009 cm 70X50

DISPERAZIONE  olio e materico su tela 2009

Le ali si spezzano e si frantumano, nulla è più possibile, nulla più ti sostiene.

Il sogno anelato è svanito.

Una luce abbagliante t’investe e ti lacera dentro.

IL DONO olio e materico su tela settembre 2009
IL DONO olio e materico su tela settembre 2009

IL DONO olio e materico su tela settembre 2009

Due mani porgono al mondo una verità cristiana. La civetta, animale notturno, nella simbologia cristiana rappresenta la notte della passione di Cristo. Reca nel becco un chiodo, a forma di chiodo di garofano – sempre nella simbologia del cristianesimo – per donarlo in ricordo al mondo

UN CANTO PER L'ARCA  olio e materico su tela 60X80 settembre 2009
UN CANTO PER L'ARCA olio e materico su tela 60X80 settembre 2009

UN CANTO PER L'ARCA olio e materico su tela settembre 2009

Noè salvando gli animali a coppia salva anche la storia. Salvando la storia e con essa l’umanità salverà l’arte che l’umanità ha prodotto. L’uovo che pende con un filo sottile è un omaggio a Piero della Francesca l’artista che fa rinascere l’arte. Il filo sottile nella simbologia cristiana rappresenta la fede.

ANGELO DELLA LUCE  olio e materico su cartone telato 50X70 2010
ANGELO DELLA LUCE olio e materico su cartone telato 50X70 2010

ANGELO DELLA LUCE olio e materico su cartone telato 2010

La Luce, simbolo inequivocabile d’Intelligenza, di Tolleranza, di Fratellanza e di Unione, è protagonista assoluta dell’opera.

Il Messaggero reca alle generazioni la Luce, principio di civiltà, di verità e di vita, emancipandoli dall'oppressione delle tenebre, che ormai devono essere gettate dietro le spalle.

Il dipinto è realizzato ad olio nella figura centrale; fra le mani di essa il globo lucente è un'applicazione concreta e in rilievo; le ali sono materiche e fosforescenti.

PALERMO MUORE 100X70 olio e corteccia di palma su tela 2010
PALERMO MUORE 100X70 olio e corteccia di palma su tela 2010

PALERMO MUORE olio e corteccia di palma su tela 2010

La corona di palme della mia amata città muore.

Le palme che l’adornavano sin dai tempi degli arabi che fecero gorgogliare le fontane della città. Le palme che l’adornavano ai tempi dei re normanni che la resero felicissima e perla del mediterraneo, mentre un popolo di diverse etnie viveva in armonia tra i vicoli della città. Le palme che la cingevano come una corona nei primi anni del ‘900 sotto i Florio, che la resero ricca e fiorente eleggendola a capitale Europea. Le palme adesso muoiono per l’incuria, la dabbenaggine e la superficialità dei nostri governanti.

Descrizione
ITALIA CON CANCRO cm 70X50 olio e materico su tela deformata 2011 PREMIO ARTE IN PASSERELLA PALERMO

ITALIA CON CANCRO olio e materico su tela deformata 2011

Una giovane donna, l’Italia, urla il suo dolore aggrappandosi alla bandiera che la rappresentava. Il tricolore, stretto tra le due mani, si arrotola dietro il suo volto come una cornucopia. Da quel viluppo però non escono più i frutti dell’ abbondanza, come simbolicamente veniva rappresentato nella lira italiana, ma, da un magma nero di cui è piena, fuoriescono i simboli di un’Italia malata.

I fogli stropicciati e strappati volano via da una Divina Commedia abbandonata e dimenticata come la nostra cultura; cinque lire spezzate giacciono, con la loro cornucopia, prive di ogni valore, come il piccolo giglio di Firenze che gli sta accanto; la testa vuota di un uomo rotola via; una reginetta di bellezza, piena della sua effimera avvenenza, con lo sguardo vuoto sorride alle griffe e alla sua scarpetta rossa, beni di consumo che il mondo le offre: inconsapevole delle lotte femministe, si pone come oggetto di piacere e si appoggia ignara su di un teschio – la fine; un seno finto lascia intravedere la falsità, l’imbroglio, gl’inganni e la mistificazione di una classe dirigente che porta tutti alla rovina, verso la fine. Solo un fragile animaletto di vetro soffiato indica la speranza: un cavalluccio marino – specie estinta o in via d’estinzione – che si spera cavalchi l’onda rigeneratrice che stravolga il tutto, spazzando via quel magma nero e riportando i frutti dell’abbondanza, culturali, morali, etici all’interno della cornucopia.

A SANTUZZA olio e materico su tela cm 30X30 2011
A SANTUZZA olio e materico su tela cm 30X30 2011

A SANTUZZA olio e materico su tela 2011

(Santa protettrice della città di Palermo)

Giovane ed agiata fanciulla fugge da casa per non sottostare ad un matrimonio imposto dalla famiglia. Si rifugia nelle grotte di Monte Pellegrino. Eremita, dona la sua purezza a Dio.

SENZA TITOLO olio e materico su tela 120X80 Settembre 2011
SENZA TITOLO olio e materico su tela 120X80 Settembre 2011

SENZA TITOLO olio e materico su tela Settembre 2011

La ricerca artistica di Celestina Salemi si rivela in un mondo complesso da essere concepito come la risultante del costante equilibrio tra l’abilità inventiva e il valore del contesto pittorico.

Una libera espressione creativa volta ad accattivare la positiva attenzione del fruitore.

L’artista lavora con forza espressiva imprimendo sempre sul supporto frammenti della sua anima come nell’opera “Senza titolo” in cui ,al primo impatto, potremmo leggere l’interpretazione della figura di San Sebastiano martire. Evidentemente l’artista non volendo dare alcun titolo lascia al fruitore il libero arbitrio dell’interpretazione.

Lo scenario della visione è affidato all’ingegno pittorico narrativo di onirica inquietudine scaturita dall’ acuta osservazione di eventi drammatici di contemporanea quotidianità. Pertanto la valenza fruitiva conduce a un respiro spirituale che ci porta a scrutare il tormentato animo di Celestina Salemi,grande e autentica comunicatrice di sentimenti umani che lascia in ciascun fruitore parte di se stessa, attraverso l’intenso travaglio della tecnica e la carica espressiva dei suoi sentimenti suggerendo all’osservato meditate riflessioni sull’inquietudine del mondo che ci circonda e per scoprire dentro di noi se siamo martiri o boia.

S.P.Q.P. olio materico e spighe di grano su tela deformata  120X60 2012
S.P.Q.P. olio materico e spighe di grano su tela deformata 120X60 2012

S.P.Q.R. olio materico e spighe di grano su tela deformata 2012
Palermo è una bella donna dal volto di aquila, il suo drappo rosso spicca e contrasta con l'azzurro di un cielo irreale e si accosta, come nello stemma della mia amata città, all'ocra del grano che un tempo era la risorsa primaria di un'isola ormai troppo trascurata. Un volto adirato e altero guarda con indomita fierezza l'alloro che cingeva il suo capo e che ora fugge via.

L'INGANNO  cm 70x50 olio e materico su tela 2008
L'INGANNO cm 70x50 olio e materico su tela 2008

L'INGANNO olio e materico su tela 2008

Una giovane donna distesa sulla sabbia, dietro un mare sereno e invogliante…….. e poi?

Il bicchiere del bel servizio è rotto! Cosa sarà della bellezza del giovane corpo, del mare desideroso di lambirlo, dell’incantevole giornata?

Tutto precario.

GRAFICA

FRAMMENTI DELL'ESSERE

FRAMMENTI DI FRAMMENTI

GLI INIZI